Nella convinzione
che un uomo è veramente morto solo quando ci si dimentica di lui e della sua
opera, provo a ricordarlo qui, per quel po’ che sapevo di lui, sperando che
altri più titolati di me vorranno ricordarlo con cognizione di
causa.
Italo Pileri nasce
a Roma il 28/11/1933. Da bambino viene colpito dal virus del collezionismo;
inizia con i francobolli, ma poi i suoi interessi si spostano verso qualcosa di
diverso. Lettore di comics come tanti ragazzini della sua generazione,
comprende il valore culturale di essi grazie soprattutto ai viaggi di lavoro
all’estero, che gli fanno conoscere testi di critica e saggistica sul fumetto
all’epoca sconosciuti in Italia. Si interessa anche di libri per ragazzi e
sviluppa un particolare interesse per Pinocchio, di cui raccoglie numerosissimi
esemplari in tutte le lingue del mondo.
Nel 1972, sul n.
8 della rivista Il fumetto, inizia la sua rubrica sui Fascicoli d’epoca, che continuerà per diverso tempo, parlando di
personaggi come Nick Carter, Lord Lister, Nat Pinkerton, etc.
Altri articoli
d’occasione furono scritti, negli anni, su singoli argomenti. La cronaca di una
cena romana con Lee Falk, inventore di Mandrake. Un esame delle prima
apparizioni di Superman in Italia. Un pezzo sulle carte da gioco a fumetti, un
argomento su cui ho scritto qualcosa anch’io.
Ma cos’erano i fascicoli d’epoca?
Una trattazione
più istituzionale del tema, rispetto alle singole puntate della rubrica di
Pileri, si ritrova nella colossale opera in due volumi “Eroi del racconto
popolare prima del fumetto”, di Franco Cristofori ed Alberto Menarini, pubblicato
da Edizioni Edison di Ennio Pittureri a Bologna nel 1986.
Ivi si spiega
come anche in Italia ebbero successo collane dedicate a personaggi
(investigatori privati, poliziotti, eroi del west, ladri gentiluomini, etc,) di
cui venivano narrate le gesta, in serie composte a volte da centinaia di
fascicoli, caratterizzati da una prosa senza fronzoli e da una stretta
vocazione all’avventura. Ogni fascicolo conteneva un racconto completo, con una
suggestiva illustrazione in copertina e, a volte, qualche illustrazione
interna. La produzione italiana tendeva a presentare i titolari di queste serie
come personaggi realmente vissuti, il che era vero ad esempio nel caso di Joe
Petrosino, poliziotto italo americano ucciso dalla mafia, ma certamente non di
Nick Carter. Il materiale di origine era però straniero, a volte statunitense
(questo tipo di produzione si rifaceva del resto alle cosiddette dime novels), più
spesso tedesco. In Germania infatti il filone aveva avuto enorme fioritura, con
vendite colossali e altrettanto colossale disprezzo da parte chi riduceva il
fenomeno a Trivialliteratur, tanto da
indurre al suicidio l’editore Eichler, uno dei padri di questa produzione.
In questo blog,
dedicato alle interazioni tra diritto ed altre arti, non c’è molto materiale da
mostrare tra quello riprodotto sul
volume o nella rubrica di Pileri; i protagonisti dei fascicoli d’epoca non
erano adusi a frequentare i tribunali, preferendo altre forme di risoluzione
dei conflitti. Però qualche magistrato di mezzo c’era, come si vede in questa
copertina su “L’assassinio del Procurator Generale”, di Josè Moselli:
Avevo letto,
dunque, tanti articoli firmati da Pileri, ma lo vidi di persona solo una volta,
diversi anni fa. Ero a Roma con un amico e capitai quasi per caso in un negozio
di fumetti e libri antichi. Si chiamava “L’angolo del collezionista”, e varcare
la porta era come entrare in un paradiso di carta, con tutto quel materiale
antico. Fu parlando col gentilissimo titolare che scoprii che si trattava
proprio di lui, di Italo Pileri. Un uomo anziano ma ottimista, allegro,
appassionato del suo lavoro, che sembrava regnare nel negozio come un topo nel
formaggio. Ci raccontò di aver lavorato una vita come funzionario in una grossa
società, e di aver avviato il negozio una volta raggiunta la meritata pensione.
Con lui c’era la figlia Barbara, affaccendata nella ricerca di qualcosa.
Da allora, ogni
volta che immagino il mio pensionamento, penso a lui, alla capacità di
condividere la sua passione con i clienti, al divertimento di un uomo che torna
bambino e passa l’ultimo tempo della sua vita tra le cose che più ama.
Francesco Lentano, gennaio 2023