sabato 28 aprile 2018

SCOPERTO IL DISEGNATORE DI MARTIN LUTHER KING

Arriviamo buoni ultimi; ma, si sa, gli ultimi saranno i primi.

Riprendiamo, a distanza di un po’, una notizia già data dallo zio di tutti i blogger sul fumetto, Gianfranco Goria, che ne ha parlato qui, citando a sua volta un blog americano.




La notizia è che, a distanza di decenni, è stato identificato l’ignoto disegnatore di un fumetto passato alla storia per il suo impegno politico: Martin Luther King and the Montgomery Story.

In questo blog abbiamo già parlato del razzismo nei fumetti, citando un bel saggio scritto da Alessandro Bottero. Ora riprendiamo il tema perché la questione è veramente interessante.

Il fumetto in questione, sul quale esiste anche una voce di Wikipedia, non fu prodotto e distribuito da un editore commerciale, ma da una associazione pacifista; ebbe dunque ampia diffusione, ma, non essendo legato al mondo del collezionismo come accade nei fumetti seriali cosiddetti mainstream, pochissime copie ne sono state conservate, e non si sapeva chi ne fosse l’autore.



La ricerca è durata anni, con varie ipotesi, sino a che, in occasione di una fiera di fumetti a New York, l’ormai novantenne Sy Barry ha confermato di essere stato il disegnatore del fascicolo.
L’opera può essere letta liberamente in inglese e spagnolo, poiché è stata interamente scansionata e messa in rete; dunque chi è interessato potrà leggerla, è scritta in termini molto semplici per poter essere compresa da tutti. L’aspetto visuale è pure molto curato, e del resto Barry, insieme al fratello minore Dan, è stato uno tra i più apprezzati artisti del fumetto americano tra gli anni Quaranta ed i Settanta.
Lo sfondo giuridico dell’opera non è dato dalla presenza di giudici o avvocati, che in effetti non compaiono mai direttamente; ma il mondo della legge resta sempre presente.

La premessa è che, quando gli afroamericano iniziarono il famoso boicottaggio degli autobus pubblici a Montgomery, Alabama, preferendo recarsi al lavoro a piedi o con i pochi altri neri conducenti di taxi, la polizia locale cercò in tutti i modi di ostacolarli per far cessare il boicottaggio.

Ecco un esempio in una vignetta, dove l’agente promette al conducente di spedirlo dritto dritto davanti al giudice.



E qui lo stesso Martin Luther King viene fermato.


Il tutto portò ad una storica sentenza della Suprema Corte, come si vede in questa vignetta.



Dal punto di vista della storia del fumetto, sebbene il già citato libro di Alessandro Bottero citi molti casi di prodotti dell’industria editoriale favorevoli alle rivendicazioni degli afroamericani, è importante notare che il fascicolo in questione rimase del tutto al di fuori della normale diffusione, essendo stampato, come detto, da una associazione no-profit, e distribuito in chiese, comunità e centri di aggregazione giovanile.

Del resto è sbagliato pensare che il fumetto (ma lo stesso vale per ogni altro mezzo di comunicazione) viaggi solo attraverso i canali ordinari del prodotto industriale. Vi sono molti altri casi di opere dalla distribuzione parallela o alternativa, che nondimeno si pongono come pietre miliari.




Sempre a proposito dei neri d’America, uno splendido volume mai tradotto in italiano, “Cartoons for Victory”, dedica un intero capitolo alla loro condizione negli anni della seconda guerra mondiale. Partendo da una cruda descrizione dello stato di segregazione in cui i neri vivevano allo scoppio delle ostilità, l’autore Warren Bernard spiega che per loro si trattò di combattere una guerra su doppio fronte, contro i segregazionisti in Patria, e contro l’Asse all’estero. A cercare di patrocinare l’impegno militare dei neri, finalmente ammessi in quasi tutte le forze armate nel corso del 1943, furono alcuni giornali distribuiti esclusivamente nei quartieri neri delle città; tra questi il Chicago Defender, che pubblicava le strisce dell’eroe nero Speed Jaxon, e il Baltimore Afro American, con la serie Jive Gray. I nomi degli autori di questi fumetti non sono passati alla storia, ma ancora una volta dimostrano come si possano diffondere delle idee anche senza vendere milioni di copie.

Concludiamo su Sy Barry. Rimandando qui per la voce di Wikipedia, e qui per il suo sito ufficiale, ricordiamo che per i lettori italiani non è facile poter ammirare la sua arte.

Al fratello minore Barry, a lungo disegnatore di Flash Gordon, la benemerita ANAFI ha dedicato un bel volume a cura di Alberto Becattini.




Sy è noto soprattutto per essere stato, per oltre trent’anni, disegnatore di Phantom, personaggio nato negli anni Trenta e conosciuto in Italia anche come L’Uomo Mascherato.



Sono da tempo fuori catalogo i numerosi fascicoli che la casa editrice Comic Art ha dedicato al personaggio; ma molti lettori ricorderanno anche un bel volumetto della Editoriale Corno, la storica casa editrice che rese celebri in Italia i Supereroi della Marvel.

Ecco un esempio dell'arte di Sy Barry:




2 commenti:

  1. Non per sminuire il talento di Sy Barry, ma l'albo su Martin Luther King è stato disegnato a matita da André Le Blanc.


    Grazie per aver citato e apprezzato il mio saggio su Dan Barry.

    Alberto

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  2. Grazie Prof,
    in questo post ho richiamato quanto scritto da Gianfranco Goria e da James Romberger, e mi sembrava che fosse citato solo Barry.
    Ma certamente tu hai notizie di prima mano, e se ti va di darci qualche maggiore dettaglio, sei il benvenuto.

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