domenica 29 gennaio 2023

RICORDO DI ITALO PILERI

Italo Pileri è morto e pochi, soprattutto tra i più giovani, ne ricorderanno l’opera di appassionato ed esperto di fumetti e cultura popolare. I suoi scritti in materia risalgono a molti anni fa e sono apparsi soprattutto su “Il fumetto”, rivista fuori commercio riservata ai soci dell’ANAF, l’Associazione di cui era stato uno dei fondatori e che ora, ribattezzata ANAFI, ha dato notizia della sua scomparsa. Molti articoli, peraltro, erano dedicati ai “Fascicoli d’epoca”, cioè a quelle pubblicazioni, non a fumetti ma illustrate, che nella prima parte del Novecento ebbero un largo successo popolare, associato però a una totale disistima da parte della critica.

 Italo Pileri, foto tratta dal sito Igeanews.it, articolo di Elen Masiello

Nella convinzione che un uomo è veramente morto solo quando ci si dimentica di lui e della sua opera, provo a ricordarlo qui, per quel po’ che sapevo di lui, sperando che altri più titolati di me vorranno ricordarlo con cognizione di causa.

Italo Pileri nasce a Roma il 28/11/1933. Da bambino viene colpito dal virus del collezionismo; inizia con i francobolli, ma poi i suoi interessi si spostano verso qualcosa di diverso. Lettore di comics come tanti ragazzini della sua generazione, comprende il valore culturale di essi grazie soprattutto ai viaggi di lavoro all’estero, che gli fanno conoscere testi di critica e saggistica sul fumetto all’epoca sconosciuti in Italia. Si interessa anche di libri per ragazzi e sviluppa un particolare interesse per Pinocchio, di cui raccoglie numerosissimi esemplari in tutte le lingue del mondo.

Nel 1972, sul n. 8 della rivista Il fumetto, inizia la sua rubrica sui Fascicoli d’epoca, che continuerà per diverso tempo, parlando di personaggi come Nick Carter, Lord Lister, Nat Pinkerton, etc.

 


Altri articoli d’occasione furono scritti, negli anni, su singoli argomenti. La cronaca di una cena romana con Lee Falk, inventore di Mandrake. Un esame delle prima apparizioni di Superman in Italia. Un pezzo sulle carte da gioco a fumetti, un argomento su cui ho scritto qualcosa anch’io.


Ma cos’erano i fascicoli d’epoca?

Una trattazione più istituzionale del tema, rispetto alle singole puntate della rubrica di Pileri, si ritrova nella colossale opera in due volumi “Eroi del racconto popolare prima del fumetto”, di Franco Cristofori ed Alberto Menarini, pubblicato da Edizioni Edison di Ennio Pittureri a Bologna nel 1986.

Ivi si spiega come anche in Italia ebbero successo collane dedicate a personaggi (investigatori privati, poliziotti, eroi del west, ladri gentiluomini, etc,) di cui venivano narrate le gesta, in serie composte a volte da centinaia di fascicoli, caratterizzati da una prosa senza fronzoli e da una stretta vocazione all’avventura. Ogni fascicolo conteneva un racconto completo, con una suggestiva illustrazione in copertina e, a volte, qualche illustrazione interna. La produzione italiana tendeva a presentare i titolari di queste serie come personaggi realmente vissuti, il che era vero ad esempio nel caso di Joe Petrosino, poliziotto italo americano ucciso dalla mafia, ma certamente non di Nick Carter. Il materiale di origine era però straniero, a volte statunitense (questo tipo di produzione si rifaceva del resto alle cosiddette dime novels), più spesso tedesco. In Germania infatti il filone aveva avuto enorme fioritura, con vendite colossali e altrettanto colossale disprezzo da parte chi riduceva il fenomeno a Trivialliteratur, tanto da indurre al suicidio l’editore Eichler, uno dei padri di questa produzione.

In questo blog, dedicato alle interazioni tra diritto ed altre arti, non c’è molto materiale da mostrare  tra quello riprodotto sul volume o nella rubrica di Pileri; i protagonisti dei fascicoli d’epoca non erano adusi a frequentare i tribunali, preferendo altre forme di risoluzione dei conflitti. Però qualche magistrato di mezzo c’era, come si vede in questa copertina su “L’assassinio del Procurator Generale”, di Josè Moselli:

La copertina riprodotta qui sotto, dalla serie dedicata a “Frank Allan, il vendicatore dei diseredati”, non ha attinenze specifiche con il mondo della Legge; in compenso il costume degli Uomini-spettri mostrato in copertina ricorda tanto quello del personaggio del fumetti Kriminal, protagonista di un altro pezzo apparso in questoblog:


Mentre questa illustrazione sulla “Giustizia di Dio”, o “poetic justice”, ricorda un post apparso in un altro autorevole blog:


Avevo letto, dunque, tanti articoli firmati da Pileri, ma lo vidi di persona solo una volta, diversi anni fa. Ero a Roma con un amico e capitai quasi per caso in un negozio di fumetti e libri antichi. Si chiamava “L’angolo del collezionista”, e varcare la porta era come entrare in un paradiso di carta, con tutto quel materiale antico. Fu parlando col gentilissimo titolare che scoprii che si trattava proprio di lui, di Italo Pileri. Un uomo anziano ma ottimista, allegro, appassionato del suo lavoro, che sembrava regnare nel negozio come un topo nel formaggio. Ci raccontò di aver lavorato una vita come funzionario in una grossa società, e di aver avviato il negozio una volta raggiunta la meritata pensione. Con lui c’era la figlia Barbara, affaccendata nella ricerca di qualcosa.

Da allora, ogni volta che immagino il mio pensionamento, penso a lui, alla capacità di condividere la sua passione con i clienti, al divertimento di un uomo che torna bambino e passa l’ultimo tempo della sua vita tra le cose che più ama.

Francesco Lentano, gennaio 2023


1 commento:

  1. Un grande uomo che stimo tantissimo e che non scorderò mai. Grazie Italo per la passione che mi hai trasmesso. Patrizio Pavone

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