giovedì 13 agosto 2015

Lo strano caso del signor Imputato e del dottor Giudice

Anche in un’epoca poco attenta alla letteratura come la nostra, è raro trovare qualcuno che non abbia mai sentito parlare de "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde", racconto scritto dal grande Robert Louis Stevenson nel 1886. Ed anche chi trovi troppo faticosa la lettura del testo originario (ancora godibilissimo, come tutto ciò che ha scritto Stevenson, ma certamente più lungo di un tweet), deve essersi imbattuto in adattamenti cinematografici, televisivi, fumettistici, teatrali, musicali. Quantomeno avrà  sentito qualcuno definirsi come un “Jekyll e Hyde”, e cioè soffrire uno sdoppiamento della personalità in cui il lato “buono” è destinato a coesistere con quello più sensibile al fascino del male.
Finanche il giudice Straight, alias The Red Demon (un personaggio dei fumetti oggi dimenticato, ma di cui molto si parla a pagg. 70-72 del catalogo GIUSTIZIA A STRISCE), dopo aver condannato severamente un imputato che pure aveva modi da innocente, si lamenta e si autodefinisce un “Jekyll e Hyde”, che quando siede sul suo banco si lascia prendere dalla furia e si dimostra gelido e privo di pietà.

Public Domain – from the Digital Comics Museum


Perché parliamo qui del racconto di Stevenson? Il testo originario non ha nessun riferimento “giudiziario”; eppure, in uno dei numerosissimi adattamenti a fumetti, compare una scena processuale:
    © Jack Lake Productions

La tavola è tratta dal n. 13 della serie americana Classic Comics, anche nota come Classics illustrated; la prima edizione apparve negli USA nel 1943 e in Italia, tradotta dalla storica editrice Nerbini, nel 1950. La Nerbini stessa ne realizzò una ristampa anastatica nel 1992.



Perché mai la sceneggiatrice dell’albo Evelyn Goodman (che adattò, per la stessa collana, numerosi altri classici), sentì il bisogno di introdurre questa scena? Solo perché era, secondo lo storico William B. Jones Jr., <<a great believer in textual liberty>>? O per una reale necessità narrativa?
Non potendo escludere che la scena sia stata ripresa da un altro degli infiniti adattamenti del racconto, possiamo solo fare qualche ipotesi.
"Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" è un testo ricchissimo di suggestioni, e lo dimostra anche la varietà delle interpretazioni che ne hanno dato coloro che vi si sono ispirati. Restando al campo del fumetto, ad esempio, Guido Crepax (del quale, in questo blog, abbiamo già parlato qui) ha dato ampio spazio ai piaceri proibiti che Hyde si concedeva quando evadeva dalla costrizione del corpo di Jekyll; nel suo adattamento (apparso per la Olympia Press nel 1987, da ultimo ristampato dalla Black Velvet nel 2013), vi sono numerose scene in cui Hyde si trastulla con procaci fanciulle, non disdegnando uomini e ragazzi.

                                                      © Black Velvet

La Goodman, della quale non esistono dati biografici, sembra voler evidenziare invece l’aspetto costrittivo della società vittoriana in cui Jekyll vive: dunque, mostrare l’imputato trascinato davanti al giudice significa rappresentare il potere dello Stato che vigila sull’ordine e la moralità pubblica. Indizio di ciò può essere la reiterata apparizione, nel suo adattamento, di poliziotti che inseguono Hyde, anche stavolta in scene che non hanno riscontro nel racconto originale. Purtroppo, ogni intenzione artistica della sceneggiatrice annega nella crudezza del disegno di Arnold Lorne Hicks (1888-1970), che pure, in seguito, realizzò per la stessa collana delle splendide copertine:


Dal punto di vista strettamente giuridico, la scena processuale è, come spesso accade nei fumetti, totalmente improbabile. Hyde, arrestato in flagranza per aver colpito una bambina, viene condotto immediatamente davanti ad un giudice imparruccato (chissà perché, nella traduzione della Nerbini il Tribunale diventa un “Quartier generale”), che sembra sedere di notte sul banco aspettando proprio lui. Inizia una sorta di udienza preliminare in cui il malvagio è accusato di omicidio senza nemmeno aver accertato le condizioni della vittima (ma, per fortuna, un poliziotto arriva di gran carriera per annunciare che la bambina è solo ferita). Derubricato al volo il reato, tutto finisce accompagnando l’accusato in banca a prelevare denaro per offrire un risarcimento al padre.
Ancora una volta, un fumetto propone una rappresentazione processuale generica e che non ci offre alcuna indicazione sulle norme di legge che realmente governavano la procedura.

I link finali:
una lista degli adattamenti a fumetti delle opere di Stevenson si trova nel ricchissimo sito dedicato allo scrittore scozzese, a cura del prof. Richard Dury:

La citazione di William B. Jones Jr. è tratta dal volume: "Classics Illustrated: a cultural history". Ampi estratti del libro sono disponibili su Google Books, la scheda della casa editrice McFarland è qui:

Sulla versione di Guido Crepax, un bell’intervento è qui:

2 commenti:

  1. Interessante contributo alla storia del _Dr Jekyll and Mr Hyde_ nei suoi adattamenti. La presenza di poliziotti e del giudice (con parucca impossibile a questo livello di processo) sembra indicare un desiderio di trasformare Jekyll vs Hyde in 'onesto' (alleato con il potere costituito) vs 'criminale', mentre il racconto originale evita e complica tale dicotomia (e Jekyll e ipocrita e coinvolto negli atti di Hyde).

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    1. Grazie al professor Drury per il suo qualificato intervento.
      Approfitto per segnalare, ancora su RLS e Fumetti (ma questa volta senza l'apparizione di giudici), che è in edicola, nella serie regolare di ALAN FORD, la ristampa a colori de IL DOTTOR JECKYLL (chissà perché con una C di troppo), storia scritta da Max Bunker e disegnata dal compianto Paolo Piffarerio, già apparsa in bianco e nero in una serie collaterale (e come tale censita e commentata nel sito cui rimanda il primo link).

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