sabato 19 dicembre 2015

Dino Buzzati (per concludere l'anno)

Abbiamo iniziato il precedente post con un atto di accusa verso il Fumetto, tratto da un vecchio libro del 1969 del prof. Sergio Spini.
Proseguiamo sulla stessa linea:


Questa roba, infarcita di pregiudizio, è l’incipit della recensione al “Poema a fumetti”, opera di Dino Buzzati pubblicata nel 1969.



La citazione è tratta dal volume “Buzzati 1969: il laboratorio di Poema a Fumetti”, un libro bel-lis-si-mo che ripercorre la genesi dell’opera (romanzo illustrato? Graphic novel ante litteram?) grazie ai materiali inediti dell’autore, ricostruendo, per ogni singola vignetta, le fonti di ispirazione di Buzzati (tra cui, per la disperazione di chi non ama il fumetto troppo realistico, molte fotografie).


Sul grande Buzzati sono apparse recentemente due notizie, una buona e una cattiva.
La buona è che il fumettista Lorenzo Mattotti sta lavorando ad un adattamento animato de “La famosa invasione degli orsi in Sicilia”, racconto illustrato che Buzzati preperò per il Corriere dei Piccoli, e che poi raccolse in volume nel 1945 (l’opera è ancora in catalogo, come il Poema, negli Oscar Mondadori).


La cattiva è che è morta la vedova Almerina Antoniazzo, che sposò Buzzati molto giovane e che poi, per una vita, si è spesa per tener viva la memoria dell’autore di capolavori come “Il deserto dei tartari”.


Buzzati amava i fumetti e la letteratura popolare: guardate come si assomigliano gli incipit di due sue prefazioni: quella ad un volume mondadoriano su Zio Paperone:



e quella al primo romanzo del Tarzan di Edgar Rice Burroughs:



(incidentalmente, l’uomo-scimmia si può ricollegare a questo singolare fumetto, dove ad essere condotto a processo è un primate…)


Buzzati fu anche pittore; un suo quadro, di stile fumettistico, fu acquistato da Sergio Bonelli.
L’interesse di Buzzati per i misteri insondabili dell’Uomo, oltre che per le vicende di cronaca di cui doveva occuparsi come giornalista, lo portarono a dare  ampio spazio anche a vicende giudiziarie.


“Procedura penale” è un libretto d'opera scritto per le musiche di Luciano Chailly; la storia si sviluppa ipotizzando che, in un salotto buono milanese, la nobile padrona di casa, mentre prende il the con le amiche, sia improvvisamente accusata di omicidio e sottoposta al giudizio degli ospiti.

L'opera è uno dei testi presi in esame da Vincenzo Vitale in “Diritto e letteratura - La giustizia narrata”, edito da Sugarco nel 2012.


Ma il racconto buzzatiano processuale più bello è forse “La criminale”, tratto dalla raccolta “Le cronache fantastiche”, amorevolmente curata, come altri volumi buzzatiani, dall'ottimo Lorenzo Viganò.

Qui si immagina che un avvocato riesca far assolvere un'imputata dopo aver convinto la Corte d'Assise a recarsi sul luogo ove avvenne l'omicidio.


Cosa accade dopo, lo lasciamo alla curiosità dei lettori.
Con questo articolo, concludiamo il primo anno di vita del blog GIUSTIZIA A STRISCE.
Dopo le festività valuteremo in che forma proseguire questa esperienza, o se farla evolvere in qualche nuovo progetto sviluppato dalla Fondazione Marco Montalbano o da altre organizzazioni interessate a sostenere la cultura del Fumetto, al di la del fenomeno commerciale e delle sfilate carnevalesche di cosplayer.

Auguri di Buone Feste a tutti.


2 commenti:

  1. Io vi ricambio di cuore gli auguri e vi faccio i miei migliori auspici (così, tanto per non ripetere "auguri") per la prosecuzione del vostro lavoro. Qualunque sarà il percorso che sceglierete, buon cammino :-)

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