domenica 18 ottobre 2015

recensioni / LA GIUSTIZIA DI TEX

Abbiamo già segnalato più volte (precisamente, qui e qua), la curiosa casualità che ha portato i temi della giustizia, impersonificati da giudici buoni o cattivi, sulle pagine di Tex per più storie consecutive.
Non possiamo quindi non menzionare il volumetto LA GIUSTIZIA DI TEX, tuttora in edicola, n. 19 della collana annuale MAXI TEX.



Il volume si compone di due storie, entrambe scritte da Tito Faraci. La prima, “La rabbia di Rick Melville”, disegnata da Ugolino Cossu, è forse è la più interessante ai nostri fini: i giudici non compaiono in carne e ossa (cioè in inchiostro di china), però vengono continuamente evocati, come dimostrano questi estratti.






La trama, pur presentando situazioni viste recentissimamente sui nn. 656 – 657 della serie regolare (il giovane delinquente, o presunto tale, innamorato della figlia del ricco e potente allevatore), presenta uno spunto interessante: Tex aiuta un uomo che è stato sì condannato ingiustamente dal giudice, ma che poi, una volta evaso, si manifesta di indole davvero violenta, commettendo una serie di omicidi a sangue freddo tali da spalancare innanzi a lui le porte dell’abisso. Ma ci sono molte attenuanti, perché il giovane è cresciuto a pane e odio, ed ha conosciuto le ingiustizie della società…
La personale giustizia di Tex esce decisamente a pezzi da una valutazione strettamente giuridica (il Nostro crede per partito preso ad una confessione raccolta da lui, ma non a quella di Rick Melville raccolta dal giudice; crede poi di poter parlare a quest’ultimo al di fuori del processo; tecnicamente, oggi diremmo che “inquina le prove”); eppure la storia, senza la consueta distinzione manichea tra buoni e cattivi, ma anzi con un personaggio che è vittima e carnefice allo stesso tempo, mantiene un suo fascino.
La seconda storia presenta minore aderenza ai temi della Giustizia; sotto il profilo strettamente fumettistico va ricordata per essere l’ultima opera, postuma, del disegnatore spagnolo José Ortiz (1932-2013).
Al lavoro su Tex sin dal 1993, Ortiz ha operato in gioventù anche per il mercato inglese, disegnando (per restare nell’ambito giuridico) le strisce giornaliere dell’avvocato “Caroline Baker, Barrister-at-law” per il quotidiano Daily Express.
Di questo personaggio si sa davvero poco, non risultano ristampe in volume, non c’è una voce su Wikipedia. Per fortuna, un gustoso episodio fu tradotto in Italia nel lontano 1968, sul n. 5 della rivista Smack della celebre EDITORIALE CORNO. Ne riproduciamo qui sotto una striscia, ove la sequenza processuale viene introdotta con un inconsueto punto di vista dal retro dello scranno del giudice. 



Chi si diverte a verificare l’evoluzione dello stile di un disegnatore nell’arco dei decenni, può fare un raffronto con alcune delle vignette che chiudono l’episodio texiano.



Tex è © Sergio Bonelli Editore


Qualche link:
La biografia ufficiale di José Ortiz sul sito della Bonelli:

Una delle poche testimonianze sul personaggio di Caroline Baker reperite su Internet:


I commenti al Maxi Tex sul Tex Willer Forum:

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