venerdì 12 febbraio 2016

Questo post è VIETATO AI MINORI

La casa editrice IL MELANGOLO di Genova era nota per raffinati testi filosofici; roba tosta come questa:




ma se anche loro pubblicano un libro con questo titolo, vuol dire che non ce n’è più per nessuno…


Ed allora, incoraggiati dai simili apripista, rompiamo gli indugi e lanciamo anche noi il nostro post “vietato ai minori”.
Poiché il catalogo GIUSTIZIA A STRISCE menziona vari generi fumettistici, qualcuno in effetti ha notato l’assenza di un paragrafo dedicato al genere erotico; ma la mostra è stata allestita nell’atrio di un Tribunale, ed allora ci è sembrato giusto evitare, senza voler praticare censure né autocensure, di mostrare immagini che potessero essere non adatte al contesto.
Nessuno ha notato, peraltro, che una vignetta riportata a pag. 4, col primo piano di un anziano giudice che legge un improbabile dispositivo di condanna, era tratta da un albo dei fumetti cosiddetti “per adulti” con cui due case editrici, la Edifumetto e la Ediperiodici, hanno a lungo invaso le edicole italiane negli anni Settanta.
L’opera in questione è firmata da Giovanni Romanini, che ha lavorato per quel mercato, ma ha anche collaborato con un mostro sacro come Magnus.


In verità, scene di ambientazione processuale non sono rare in quel genere di fumetti; ed anzi è altamente probabile che in essi sia apparso per la prima volta un giudice donna; un po’ come è avvenuto nel cinema italiano, dove si ritiene che la scollacciata pellicola La pretora sia stata appunto la prima a mostrare una toga in gonnella.
Essere certi di questi dati, però, è molto difficile: questi fumetti, considerati spazzatura dal punto di vista artistico, e semmai oggetto di riflessioni sul piano esclusivamente sociologico, non sono mai stati raccolti nelle biblioteche di settore, e spesso non sono stati nemmeno conservati, rivolti com’erano ad un pubblico di bocca buona che magari li buttava via dopo la lettura.
Cosicché, uno studio serio su questo materiale risulta oggi molto difficile per l’approvvigionamento delle fonti.



Un autore di tutt’altra levatura, che invece nel catalogo abbiamo menzionato con piacere, anche se oggi è piuttosto dimenticato, è Giuseppe  Zaccaria, in arte Pino Zac (1930/1985).
Ecco un estratto da un articolo su di lui, tratto da un antico catalogo del Salone del Fumetto di Lucca:


 Di Pino Zac, nel catalogo, abbiamo omesso di mostrare alcune illustrazioni che, lungi dall’essere volgari, intendono invece scolpire con crudezza l’immagine sessuofobica che la magistratura dava di sé in quel periodo.
Questa immagine, del resto, si ritrova anche in fonti giornalistiche e nella memorialistica giudiziaria.



Infine chiudiamo con Art Spiegelman. L’autore di Maus, il primo libro a fumetti a conquistare i musei d’arte moderna, non ha bisogno di particolari presentazioni. Qui però lo citiamo in veste di illustratore, traendo quest’opera dal volume antologico dedicato alle sue copertine per la rivista The Newyorker.


PS:

Questo è il 49° post del blog; per il prossimo ci saranno ricchi premi e cotillons; come quando, ai tempi d’oro, l’Editoriale Corno, al n. 50, proponeva adesivi o manifesti:






11 commenti:

  1. Il grande Pino Zac meriterebbe una retro-spettiva.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Perché hai scritto retro-spettiva col trattino?
      Sei un lettore del Melangolo?

      Elimina
    2. Ecco, sì, anch'io avevo notato che Sauro aveva messo un trattino di troppo, e l'ho preso in giro, nella mia risposta, scrivendo "cono-sciuto"...
      Ma questi sono una sorta di inside jokes che non interessano il nostro vasto pubblico...

      Elimina
    3. Ho scritto retro-spettiva perché la cifra satirica di Pino Zac si fonda sul lato B.

      Ricordo, per esempio, una copertina del Sale con Andreotti e la personificazione femminile dell'Italia.

      In una vignetta di questo post avviene la stessa cosa tra un giudice e la Giustizia.

      Elimina
    4. caspita! Allora ero io che non avevo capito...

      Elimina
  2. Se l'hai cono-sciuto potresti rendere una testimonianza. L'unica nota è quella di Max Bunker, che con lui collaborò e lo ospitò sulla rivista EUREKA.

    RispondiElimina
  3. Non l'ho conosciuto, con lui ha lavorato Luca Raffaeli. L'Orlando Furioso su Eureka era un po' moscio. Bella la striscia Kirie & Leison. Ma le cose migliori di Pino Zac, veramente molto belle, le ho viste ne "I Quaderni del Sale", un mensile che precedette il Male. Incontrai Raffaeli per la prima volta proprio al Sale. Dato che possiedi tutti gli Eureka, riguardati l'articolo biografico su Zac. E' molto illustrato e molto interessante.

    RispondiElimina
  4. Non vi dimenticate che Pino Zac fu anche attore in "Vogliamo i Colonnelli!" con Ugo Tognazzi (e forse ebbe anche parte nello script, ora non ricordo).
    Interpretava il giornalista di sinistra Armando Caffé, che scopre lo sciamannato progetto di Golpe di Tognazzi/Tritoni e dei suoi Colonnelli (progetto denominato in codice "FAmiglia e VAlori, abbreviato FA.VA., e poi per ovvi motivi ribattezzato 'Volpe Nera').
    Zac cerca di vendere lo scoop, ma mi pare di ricordare che fa una brutta fine.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Ecco, non lo ricordavo. Grazie della segnalazione. Una ricerca completa sulle partecipazioni, come attori, dei fumettisti italiani, non è mai stata fatta. C'è invece il bellissimo libro di Alfredo Castelli sui film che hanno per protagonisti degli autori di fumetti, FUMETTISTI D'INVENZIONE.
      Hugo Pratt interpretò un paio di film tra cui NERO, pellicola diretta da Soldi e tratta da un romanzo di Sclavi, con una splendida canzone di Guccini nella colonna sonora; insomma un concentrato di pezzi da 90 (e infatti, ovviamente, il film non se lo è filato nessuno, nonostante una certa affinità con lo stile dei fratelli Cohen).

      Elimina
  5. Ciao!
    Vi segnalo la pagina Fésbuk dedicata a Pino ZAC, accessibile anche ai non iscritti: https://www.facebook.com/pinozacfilm

    La pagina è aperta a ogni genere di contributo/segnalazione e a tutti gli appassionati del mondo ZAC. Tra i contentuti anche gli aggiornamenti sul film ZAC - I FIORI DEL MALE (mio saggio di diploma al CSC), selezionato lo scorso settembre a Venezia 72 per omaggiare Pino e che con grande difficoltà stiamo ora cercando di far girare.

    E' infatti il trentennale dalla sua scomparsa, grazie per il vostro articolo e speriamo crescano le iniziative per riscoprire il genio (senza freno) di Pino!

    Per chi vuole segnalare iniziative o altro, ci si vede sulla pagina del link sopra o via email: pinozacfilm@gmail.com

    Massimo

    RispondiElimina
  6. Grazie a te, e speriamo che il film riesca a circolare.
    Come avrai visto, la nostra mostra nasce a Catania; Pino Zac era originario di Trapani ed anche se non so che tipo di legame avesse con la Sicilia, dove credo non abbia mai lavorato, chissà che da queste parti non si riesca a fare qualcosa.
    Ti manderò via mail, appena possibile, la pagina del catalogo della mostra dove l'autore viene citato (anche se, come spiegato nel post, le immagini qui riprodotte in effetti non sono state messe né in mostra né nel catalogo).
    A presto

    RispondiElimina