Molti
appassionati di fumetti lamentano la mancanza, in Italia, di un Museo del
Fumetto che possa rivaleggiare con altri stranieri, come quello di Bruxelles.
C'è stato il tentativo del MUF di Lucca; ma nel tempo si sono lamentano disfunzioni e vicende burocratiche
poco limpide, e di fatto attualmente è chiuso (cosa ne sia del materiale, sinceramente, non sappiamo).
La
questione, però, forse è mal posta.
Innanzitutto,
musealizzare il fumetto è
problematico; si possono mettere in mostra tavole originali, incorniciate a mo'
di pitture da cavalletto, o anche pagine stampate; ma il fumetto resta un’arte
popolare il cui fine ultimo è la lettura; ergo, bisognerebbe soprattutto far
circolare storie a fumetti leggibili.
Una
osservazione in questo senso, più che fondata, l’ha fatta, sin da molti anni
fa, il grande sceneggiatore Carlo Chendi, intervistato da Sergio Badino in un
volume edito da Tunuè:
In questo
senso, è da preferire una struttura come lo Spazio WOW di Milano, che al piano
terra ha la biblioteca, liberamente accessibile, e al primo allestisce mostre
temporanee sempre piuttosto sfiziose.
Anche
la Fondazione Montalbano, che ha
allestito a Catania la mostra GIUSTIZIA A STRISCE e pubblicato il catalogo,
possiede un’ottima biblioteca, ben superiore a quella milanese; purtroppo la
carenza di spazi e la ubicazione infelice, in un comune di provincia anziché in
città, rendono ardua la fruizione.
Ma anche
a voler creare un Museo in senso tradizionale e non una biblioteca, siamo
sicuri che abbia senso puntare su nuove strutture, che necessitano di
finanziamenti? Non c’è il rischio di rinchiudere la Nona arte in un ghetto?
Probabilmente
è più interessante la strada scelta da quei musei d’arte “generalisti” che
aprono sezioni interne dedicate ad autori del fumetto, più spesso locali; così ha fatto il MAT, il Museo dell’Alto
Tavoliere di San Severo (FG), per Andrea Pazienza, che ivi nacque (e
recentemente ha ospitato anche opere del disegnatore, bonelliano e non, Mario
Milano); nonché il Museo civico di Sanremo, che ha istituito una sezione dedicata ad Antonio Rubino.
Altri spazi
espositivi includono il fumetto in promiscuità con altro materiale, così implicitamente
riconoscendo la dignità di quest’arte. Mescolando cavoli e bignè, mostriamo una
immagine del Museo della Juventus,
che tra trofei calcistici e materiali celebrativi vari, ha anche uno
spazio-comics:
Qui sotto siamo
al Pacific War Museum di Guam,
isoletta della Micronesia; l’amico Alessandro Sbrana, avvocato genovese che
abbiano già citato qui per una sua vecchia opera saggistica sui fumetti, mostra
un pannello dedicato a Capitan America.
Da una
esposizione del Centre culturel Tjibaou,
in Nuova Caledonia, traiamo invece questa immagine di Phantom, indimenticato personaggio a fumetti degli anni Trenta, che
pare sia, per alcune tribù della Papua Nuova Guinea, una creatura realmente esistente.
Oltre
a mescolare i fumetti con tutto il resto, l’altra alternativa ai vari MUF è
quella seguita da noi di GIUSTIZIA A STRISCE: lavorare su singoli progetti e
sfruttare spazi espositivi “neutri”. Noi abbiamo fatto una mostra su Giustizia
e Fumetti dentro un tribunale (primo allestimento) ed una Università (secondo);
se ne può fare una su Medicina & Fumetti in un ospedale, su Sport & F
in uno stadio, e così via.
E sarebbe
il caso di pubblicizzare queste iniziative sparse a macchia di leopardo sul
territorio, anziché puntare sul mega-evento che richiama migliaia di
visitatori, ma che spesso porta denaro solo agli organizzatori e ai venditori
di porchetta, più che al mondo del Fumetto.
Provocazioni?
Forse. E allora rallegriamoci con una simpatica storia a fumetti che poco c’entra
con il discorso che precede, ma che ci consente di chiudere in letizia. L'autore? Nientemeno che Frank Frazetta.
Assolutamente condivisibile l'osservazione sulla difficile musealizzazione del "fumetto". Secondo me un "museo" del fumetto è meglio che sia inteso come "centro di documentazione" dove poter reperire l'informazione di cui si ha bisogno, piuttosto che come locale dove ospitare mostre o sterile raccolta di ammennicoli e tavole originali (magari conservate in locali con condizioni ambientali sbagliate, dove si rovinano).
RispondiEliminaFondamentale sarebbe a questo proposito la parte biblioteca-archivio, in cui la digitalizzazione delle immagini avrebbe un ruolo importantissimo.
Ma oggi non ci sono più soldi per digitalizzare neanche le cinquecentine, sono stati spesi tutti per costruire "totem interattivi"...
C'è stato/ c'è un Museo del Fumetto a Lucca?
Sei sicuro? Ma dove?
Ti assicuro che qui... non se ne è mai accorto nessuno. :P
Ah, ecco, tu sei di Lucca e speravo potessi darci notizie aggiornate sul MUF.
EliminaNel blog del Boschi citato nel post, non è più possibile aggiungere commenti e quindi non se ne è più saputo nulla.
Il sito del MUF sembra funzionare, ma le ultime notizie sono aggiornate al 2012.
Il quadro è sconfortante, anche senza voler stabilire un paragone tra i fumetti e le Cinquecentine...
Oggi dopo il lavoro sono passato al "Muf" per vedere la situazione, mi avevate proprio incuriosito.
RispondiEliminaDevo dire che fa onore al suo nome, infatti sul portone sprangato c'era parecchia Muf. E un cartellino con scritto "Museo del Fumetto in ristrutturazione" (notare che l'edificio storico che lo ospita fu completamente, se non proprio rispettosamente, "ristrutturato" per la faraonica inaugurazione). :D
La mia personalissima impressione è che non sia mai stato altro che una struttura atta a fornire visibilità politica alle amministrazioni di centrodestra (area forzista) che ne vollero l'inaugurazione, in parole brute un (costoso) specchietto per le allodole.
Non è l'unica struttura museale in città ad essere stata aperta e quasi subito chiusa. E non che l'amministrazione di centrosinistra di adesso sia diversa in niente dalle precedenti, semplicemente si è disinteressata della cosa.
Io di questo museo, quando funzionava, ne ho sempre sentito parlare come di uno spazio per mostre, e stop.
Questo dal di fuori, comunque la struttura ha avuto per anni un noto Direttore (maiuscolo!) a cui forse si potrebbero chiedere ricordi e opinioni.
Se volete farvi due risate a cuor leggero, vi rimando a questo articolo del 2014:
http://www.luccaindiretta.it/dalla-citta/item/34124-museo-del-fumetto-niente-eventi-per-i-comics.html
Dalle parole di Genovese si evince che la struttura, se pure ha forse avuto qualche "quadro attaccato alle pareti", non ha però mai avuto un centro di documentazione funzionante, né tampoco un archivio o biblioteca di qualche tipo (infatti non è inserito nella rete polo biblioteche lucchesi e non è in SBN).
Sul fatto che poi lui lo farà rinascere "più bello e più superbo che pria" ho i miei dubbi.
E per finire vi saluto con un'ultima ghignata la pagina di presentazione del Museo (maiuscolo!)sul sito del Comune, ovvero il festival della modestia:
http://www.comune.lucca.it/flex/cm/pages/ServeBLOB.php/L/IT/IDPagina/2372
La "vergogna", dicono gli psicoterapeuti, è un sentimento pernicioso da combattere, e infatti noi l'abbiamo superata, la vergogna, a Lucca, non esiste!