La giornalista Brenda Starr è un personaggio piuttosto noto negli Stati Uniti, assai
meno da noi. Di ispirazione vagamente femminista (e creata effettivamente da
una donna, Dale Messick), è stata protagonista di una striscia quotidiana sui
giornali, apparsa dal 1940 al 2011.
In una storia del 1964, Brenda Starr si
precipita in Tribunale mentre, innanzi a tale giudice Nathan, compare un
personaggio piuttosto singolare, una attempata signora di nome Nettie Piume.
Cosa sia successo nella storia, ci interessa fino ad un certo punto; ed anche
la figura del giudice ha, in effetti, ben poco da raccontarci: trattasi del
consueto uomo di mezza età, con occhiali, sguardo concentrato e vagamente
corrucciato. Nathan fa una breve comparsa nella storia, il tempo di scoprire
cosa ha da offrirgli Nettie Piume (vera protagonista dell'episodio), e poi
nulla più.
Ciò che suscita umorismo involontario,
invece, è la versione distribuita in Italia (nella collana Eureka Supplementi n. 13), dove il “Bailiff" è diventato, in
un tentativo di traduzione letterale, un improbabile “Baliffo"; vale a
dire, una parola del tutto inesistente
nella lingua italiana.
Ma chi è il “Bailiff”? Negli Stati Uniti si
indica così un ausiliario del giudice che, in udienza, gli presta assistenza,
introducendo testimoni o imputati; insomma una funzione che, da noi, dovrebbe
svolgere l'Ufficiale giudiziario (quando c'è).
Ecco un bailiff americano, tratto da una serie televisiva di successo.
Il problema della traduzione dei fumetti è
delicato. Per anni, quella a vignette è stata una parente povera di altre forme
di editoria; con la conseguenza che pubblicazioni di questo tipo venivano
realizzate con pochi soldi e poca cura.
L'intera storia delle traduzioni dei
fumetti stranieri è piena di errori, incomprensioni e trasformazioni, a
cominciare dai nomi (Superman fu presentato
in Italia dapprima come "Ciclone", poi come "Nembo Kid", e
solo a distanza di anni gli fu accordato il nome americano originario). Ma, al
di là della scelta dei nomi dei personaggi, ad essere carente era spesso
proprio la professionalità del traduttore. Quando poi, in vicende a sfondo
processuale (o, in senso lato, giuridico), occorre tradurre termini tecnici,
l'errore è particolarmente frequente. Si spiega così, probabilmente, la
simpatica invenzione del “baliffo".
A conferma della grafia originale del termine,
riportiamo un esempio tratto da un fumetto di supereroi: Hawk and Dove, creato da Steve Ditko nel 1968.
Qui il giudice Irwin Hall impartisce una
bella lezioncina ad un estorsore appena condannato, e conclude con un
imperioso: <<Bailiff, take him away!>>.
PS Questo testo doveva far parte del libro
GIUSTIZIA A STRISCE, ma fu eliminato per un dubbio dell'ultimo secondo: e se il
termine BALIFFO, in italiano, esistesse davvero?
Sui dizionari comuni non ce n'è traccia; su
google poco o nulla. Ma non ci è stato possibile consultare il vocabolario del
Battaglia in 20 volumi, o altre fonti consimili.
Chiamiamo perciò a raccolta il nostro folto
pubblico di bibliotecari, fumettisti, giuristi, glottologi, professori
universitari, ladri e biscazzieri, e chiediamo rispettosamente aiuto.
dA notare che la giudice è una donna (primo dato politically correct); il collaboratore è di colore (altro dato analogo). Scommetto che se c'è un maschio bianco, in questo show televisivo, è come minimo gay, ebreo, nano.
RispondiEliminaLa questione è complessa. Da una breve e banale ricerca sembra che il termine in area anglofona abbia avuto diversi significati,
RispondiEliminahttps://en.wikipedia.org/wiki/Bailiff
http://www.wordreference.com/enit/bailiff
nel nostro caso dovrebbe essere "Jury bailiff" perché "court bailiff" può fraintendersi con quelle figure che storicamente hanno avuto ruolo di magistrati.
Come sinonimo userei "Court usher" che (a senso) potrebbe tradursi con "Usciere processuale", ma io direi "commesso".
Eviterei "Ufficiale giudiziario" come da discussioni su Wordreference linkate sopra.
Cercherò di vedere su alcuni dizioneri vecchi o antichi se il termine Baliffo o Balivo sia mai stato usato in tal senso nel linguaggio corrente in Italia, cosa di cui dubito.
Volevo però ricordare una vecchia Sitcom degli anni 80 intitolata "Giudice di Notte" (Night Court) dove il Bailiffo era un omone chiamato Bufalo, completamente idiota ma molto simpatico.