Nei Tribunali italiani spesso non ci sono
aule e spazi sufficienti per tutti i giudici che devono tenere udienza.
Potrebbe essere allora un’idea istituire anche da noi le Corti notturne; ma prevediamo già le obiezioni. Doppia retribuzione
per il personale amministrativo, proteste dei sindacati, e probabilmente anche
dei magistrati.
E poi andare in giro di notte è
pericoloso; e se in condizioni di oscurità si commette un reato, sarà applicabile
l’aggravante della “minorata difesa” (lo ha detto la Cassazione , da ultimo,
nella sentenza n. 19615 del 2011).
Negli Stati Uniti, almeno nelle grandi città, le Night Court esistono per la trattazione
di affari urgenti sia civili che penali.
Nel catalogo della mostra GIUSTIZIA A STRISCE –
RAPPRESENTAZIONI DEI GIUDICI NEL MONDO DEL FUMETTO, una vignetta raffigura
proprio una Corte notturna: si tratta di un estratto dalla nota storia di Carl
Barks, soprannominato “L’Uomo dei paperi”: “Paperino e la scavatrice”, del 1949.
Per mostrare un altro esempio di giustizia rapida ed
efficiente made in USA, ecco un estratto da un genere fumettistico poco noto in
Italia, i “romance comics” americani degli anni Quaranta. Qui una donna è ingiustamente
accusata di furto e condotta davanti ad un “giudice notturno”, che sembra
pronta a sbatterla in galera, ma poi si accontenta delle frettolose spiegazioni
del moroso della ragazza, arrivato di corsa ad interrompere l’udienza.
Ovviamente l’amore trionfa.
Per completezza, va detto che “Night Court” è stata
anche una serie di telefilm americana, ambientata a New York, trasmessa per 9
stagioni tra il 1984 ed il 1992 (in
Italia su Canale 5); più interessante artisticamente la locandina di un film
del 1932, diretto da W. S. Van Dyke, mai distribuito nelle sale italiane.
Paperino e Zio paperone sono © Walt Disney
Per leggere la storia completa tratta da “Complete
Love” n. 4:
Informazioni sul film del 1932 su un altro blog di
questa stessa piattaforma:
Interessante. Una curiosità: il titolo di questo post vuole essere un riferimento a Francesco Guccini ed alle sue quattro "Canzoni di notte"?
RispondiEliminaCaro Anonimo, si, effettivamente il titolo è una citazione gucciniana. Come non tutti sanno, Francesco Guccini, oltre che cantautore e romanziere, è anche sceneggiatore di fumetti, e dunque non è causale citarlo in un blog come questo che si occupa di fumetti, sia pure con la particolare ottica del fumetto di ambientazione giudiziaria.
EliminaUna delle sue opere meno note è il graphic novel "Vita e morte del brigante Bobini detto Gnicche", del 1980, del quale parleremo in un prossimo post, visto che contiene anche una scena che si svolge in Tribunale.
Se anzi qualcuno ha informazioni su quest'opera, ci contatti pure.
"Giudice di notte" è stato uno dei pochissimi telefilm che ho seguito in vita mia. Tra l'altro, per realizzare Debra, la spalla di Ronny Balboa, mi sono ispirato esplicitamente al personaggio femminile di questa serie (notizia clamorosa che domani verrà rilanciata da tutta la stampa italiana).
RispondiEliminaRicordo solo che in un episodio del telefilm il giudice dice: "Mi tolga una curiosità, com'è veramente l'Unione Sovietica?". Imputato russo: "Ha presente Milwakee? Ecco, immagini una gigantesca, sconfinata Milwakee". Il giudice rabbrividisce.
Milwakee è la città dove si produce la moto Harley-Davidson e dove è ambientato il telefilm "Happy Days", si trova non lontano da Chicago.
Caro sauro Pennacchioli, il libro "Giustizia a strisce" contiene una informazione che tu stesso hai formito, e cioè che, nel creare la serie a fumetti di Ronny Balboa, avevi utilizzato un serio testo giuridico edito dall'editore Giuffrè.
EliminaE' quindi molto interessante apprendere ora che anche una serie di telefilm è stato tra le tue fonti di ispirazione.
E' banale dirlo, ma una delle cose divertenti del fumetto, è che grazie alla sua natura ibrida, in bilico tra disegno e narrativa, tra arte e commercio, spesso finisce con l'essere il risultato di tanti spunti diversi. Metti in un frullatore una serie di telefilm americani e un manuale di diritto comparato, ed ecco creato un personaggio. Di quali altri ingredienti ci puoi parlare?
Mah, direi sostanzialmente che l’ispirazione mi era venuta proprio dal Giudice di notte e dal tomo universitario sulle procedure giuridiche americane, pubblicato nel momento in cui il sistema italiano stava passando dal modello inquisitorio a quello accusatorio.
EliminaPeraltro mi ero dimenticato del Giudice di notte, me l’hai fatto tornare in mente tu. Ci sono stati telefilm più famosi ambientati in un tribunale americano, come Perry Mason, La parola alla difesa e Law & Order (quest’ultimo successivo), ma non li ho seguiti perché li trovavo noiosi. Anche se alla sceneggiatura di alcune di queste serie ha lavorato William Woolfolk, uno dei più grandi, quanto misconosciuti, autori di comic book durante la Golden age.
Sicuramente Giudice di notte mi ha ispirato per qualche dettaglio legale, anche se trattava cause minori, da “pretura”. Invece mi ricordo bene Ellen Folley, un’attrice che appariva in quella serie. Non solo mi aveva ispirato il carattere di Debra, la spalla di Ronny Balboa, ma avevo anche chiesto al disegnatore di farla fisicamente simile a lei. Solo che c’è stato un equivoco, perché la Folley venne sostituita dall’orribile Markie Post, e il disegnatore si ispirò a lei! Ellen Folley faceva anche la cantante: oltre a incidere dischi come solista, ha lavorato con Meat Loaf e i leggendari Clash.
In realtà non la ricorda più nessuno, né come cantante né come attrice.
I miei sono giudizi molto personali: per dire, l’altra attrice degli anni ottanta che mi piaceva molto era la compianta Suzanne Somers…
Giudice di notte era una serie molto simpatica.Il protagonista era un giovane giudice molto umano, amante della musica, un tipo originale. Lo vedevo la sera d'estate quando ero ancora studente e lo consideravo un modello positivo.
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