Ecco tre motivi per riparlare del Giudice Morris, uno dei pochi
protagonisti di una serie a fumetti ad essere presentato dagli autori come un
giudice di professione, ed a vivere gustose avventure ambientate (anche)
all’interno del Palazzo di giustizia.
Primo
motivo.
E’ morto lunedì scorso Piero Zanotto, uno dei padri della critica fumettistica italiana. Tra le sue opere,
che vanno dagli anni Sessanta
ad altre recenti e divulgative,ne citiamo una del lontano 1976: Il Giallo a fumetti.
ove al nostro giudice Morris è
degnamente dedicato un intero capitolo.
Secondo
motivo.
La stampa ha dato ampio risalto a
questa notizia:
insomma, è tornato il vecchio “furto
per necessità”.
Ora nel fumetto, come nel cinema e
nella letteratura popolare, il furto per necessità è una realtà molto comune
negli anni della Grande depressione, della guerra o, tornando indietro,
nell’Ottocento dickensiano caratterizzato da profonde diseguaglianze sociali.
E’ per rubare una mela che Anne
Darrow, la protagonista del celebre film King Kong, si ritrova tra le braccia dello
scimmione.
E’ sempre un furto di frutta a far
arrestare Susanna in una storia di Braccio
di ferro del 1937 che inizia così:
e poi continua con una gustosissima
sequenza processuale, che abbiamo già riprodotto in un post di qualche mese fa,
oltre che nel volume GIUSTIZIA A STRISCE.
Ebbene, uno dei celebri episodi del
Giudice Morris inizia proprio con un piccolo furtarello da parte di un
ragazzino finito sulla cattiva strada.
L’episodio poi continua con una
lezione di criminologia sociale da parte del giudice alla sua morosa, Anna.
In questo episodio c’è anche
O’Rourke, polizotto dal cuore d’oro.
In Italia non lo farebbe nessun
giudice, ma nel mondo dei fumetti tutto è possibile; anche che il magistrato
“adotti” l’aspirante delinquente giovanile.
Infatti Morris, che vive solo da
buon scapolo, prende Frankie in casa e prova a dargli una raddrizzata. Per
fortuna, nessun critico fumettistico ha mai ipotizzato una relazione illecita,
come tra Batman e Robin.
Tornando al buon giudice, dopo una
prima delusione, Frankie si mette di nuovo nei guai e per la seconda volta
viene graziato da O’Rourke.
Promette poi
di filare dritto, come Pinocchio a Geppetto, ma viene circuito da un losco
nemico di Morris, Beauty Brown, che usa il ragazzo per i suoi fini.
Il finale è piuttosto
strappalacrime, e certamente, da vecchi garantisti, non possiamo approvare
l’idea che O’Rourke gonfi di botte Brown… anche se, come si dice in gergo
giuridico, quanno ce vo’, ce vo’!
Terzo
motivo.
Pressoché tutte le enciclopedie del
fumetto edite in Italia dedicano una voce al giudice Morris, quasi tutte quelle
americane lo ignorano. Incredibile a dirsi, il personaggio non ha una voce su
Wikipedia. Per trovare qualche notizia dal paese di origine, bisogna andare
qui, dove viene riprodotta, in parte, proprio la storia su Frankie Hazard.
Incredibile ancora, in Italia esiste
una edizione cronologica che ristampa tutte le strisce apparse qui quotidiani
americani dal 1945 al 1948.
Quindi in Italia possiamo essere
fieri di aver salvato dall’oscurità questa interessantissima creatura di carta
e inchiostro, sulla quale esiste anche una buona letteratura critica.
Ecco un vecchio articolo del prof.
Giulio Cesare Cuccolini:
mentre l’ultimo intervento
sull’argomento, apparso sulla rivista Fumo di China, è del dottissimo Alberto
Becattini, l’uomo che partecipò a “Lascia o raddoppia” presentandosi come
esperto disneiano e vincendo qualche milione di lire.
E poi dicono che essere esperti di
fumetti è da sfigati, o da “nerd”…
Ecco, siamo tornati al furto per necessità.
RispondiElimina"Le magnifiche sorti e progressive".
La sequenza del processo di Braccio di Ferro l'avrò letta un milione di volte quando uscì l'oscar.
In quel periodo leggevo anche "Arcibaldo e Petronilla: Come allevare papà". Ma perché non li fanno più Oscar così?
Mi dispiace per Zanotto. Per quanto ricordo era molto competente e cercava di non essere spocchioso.
Non c'entra niente, ma ho il vago ricordo di un fumetto tratto dal personaggio di narrativa poliziesca (volevo scrivere "gialla" ma c'era il doppio senso!) "Il Giudice Dee" (o Di), magistrato itinerante cinese di epoca Tang.
https://en.wikipedia.org/wiki/Judge_Dee
Questo fumetto, forse franco-belga, mi sembra di ricordare che lo leggevo su una rivista cattolica (probabilmente il Messaggero dei ragazzi, non credo fosse il giornalino).
Visto che cerchi giudici a strisce, a me è venuto in mente questo.
Si, Il GIUDICE DEE (o Tee, o Di, o Ti) è uno dei personaggi di cui si parla nel catalogo della mostra; anzi, nei pannelli espositivi avevamo anche collocato una riproduzione, ingrandita, di una strip originale con il testo in olandese (poi non inserita nel libro).
RispondiEliminaApprofitto per dirti che, se il catalogo ti interessa, volentieri te ne mando per posta una copia gratuita, in "pagamento" dei tuoi sempre puntuali ed utili interventi. Se la cosa ti interessa, puoi darmi privatamente l'indirizzo postale scrivendo una mail a: giustizia a strisce (però tutto attaccato) chiocciola libero punto it
Sì, ho visto che Dee era un fumetto olandese, scritto dall'autore stesso dei libri, ma apparve su "Sirou" e probabilmente per questo venne pubblicato dal Mera, che faceva pure Yoko Tsuno.
EliminaUna notizia che mi sembra di aver già letto secoli fa sull'"Enciclopedia mondiale del fumetto" di Horne-Secchi, ma che evidentemente avevo rimossa.
Un personaggio interessante. Ho trovato questa scheda che riporto a beneficio di chi volesse aprofondire:
http://www.internationalhero.co.uk/j/judgedee.htm
Ti ho mandato una mail con l'indirizzo.
Grazie, e alla prossima :)