Benedette siano sempre le riviste di
anticipazione fumettistiche e i cataloghi, che spalancano un mondo nuovo di
sorprese in arrivo. Magari dagli USA, come i cataloghi di Bud Plant, l’unico a mettere insieme fumetti e Arte, Milo Manara
insieme a Michelangelo e Raffaello.
Ora però le anticipazioni arrivano
via posta elettronica. Sull’ultima mail inviata dal mitico Alessandro
Distribuzioni, l’Editoriale Mercury annuncia
una ristampa De Luxe di un personaggio in cui non potevamo non parlare nella
mostra su Giustizia & Fumetti: il Giudice
Bean.
In attesa di scoprire cosa contiene
questa nuova edizione, ripetiamo qualcosa che abbiamo già scritto nel catalogo
GIUSTIZIA A STRISCE.
Aggiungiamo però qualche immagine,
visto che qui lo spazio è meno tiranno. Ecco le copertine della prima serie,
apparsa in edicola nel 1959 su testi di Sergio Bonelli (Guido Nolitta) e
disegni di Sergio Tarquinio.
COPYRIGHT SERGIO BONELLI EDITORE
Cosa si nota subito? Che il
protagonista, il Giudice Bean, compare sul primo episodio (è quello con la tuba, a sinistra), e
poi mai più.
Il che dimostra che fare un fumetto
autenticamente giudiziario è impresa improba, perché il tribunale crea
claustrofobia e l’avventura western dovrebbe essere molto più sfrenata, secondo
la regola “piombo, sudore e polvere da sparo”.
Nelle ristampe della serie Tuttowest, pubblicate nel 1989, le
copertine furono ridisegnate da Vincenzo Monti e questa volta il giudice
riconquistò la piazza d’onore. Ma il suo ruolo nella avventure interne resta
modesto, affidato a scenette come questa.
Il Giudice Bean è una figura
ricorrente nei fumetti Una delle incarnazioni più celebre è quella dell’episodio
di Lucky Luke intitolato “Il giudice”.
C’è anche un giudice Bean nel
fumetto tascabile erotico.
Ma il miglior Bean è quello
disilluso, amaro e violento di questo episodio della serie Jackaroe, produzione argentina apparsa da noi nei primi anni
Duemila.
Nella realtà nel vecchio West é esistito un giudice di nome Roy Bean, proprietario anche di un saloon a San Antonio , il cui motto era “Prima impiccateli, poi faremo il processo!”
RispondiEliminaRobcam
Almeno questa era la fama, in realtà in carriera condannò a morte solo 4 persone.
EliminaHai una fonte in proposito?
EliminaLe belle usanze di una volta.
RispondiElimina