martedì 17 maggio 2016

Le molte vite del GIUDICE BEAN

Benedette siano sempre le riviste di anticipazione fumettistiche e i cataloghi, che spalancano un mondo nuovo di sorprese in arrivo. Magari dagli USA, come i cataloghi di Bud Plant, l’unico a mettere insieme fumetti e Arte, Milo Manara insieme a Michelangelo e Raffaello.


Ora però le anticipazioni arrivano via posta elettronica. Sull’ultima mail inviata dal mitico Alessandro Distribuzioni, l’Editoriale Mercury annuncia una ristampa De Luxe di un personaggio in cui non potevamo non parlare nella mostra su Giustizia & Fumetti: il Giudice Bean.


In attesa di scoprire cosa contiene questa nuova edizione, ripetiamo qualcosa che abbiamo già scritto nel catalogo GIUSTIZIA A STRISCE.
Aggiungiamo però qualche immagine, visto che qui lo spazio è meno tiranno. Ecco le copertine della prima serie, apparsa in edicola nel 1959 su testi di Sergio Bonelli (Guido Nolitta) e disegni di Sergio Tarquinio.






COPYRIGHT SERGIO BONELLI EDITORE


Cosa si nota subito? Che il protagonista, il Giudice Bean, compare sul primo episodio (è quello con la tuba, a sinistra), e poi mai più.
Il che dimostra che fare un fumetto autenticamente giudiziario è impresa improba, perché il tribunale crea claustrofobia e l’avventura western dovrebbe essere molto più sfrenata, secondo la regola “piombo, sudore e polvere da sparo”.
Nelle ristampe della serie Tuttowest, pubblicate nel 1989, le copertine furono ridisegnate da Vincenzo Monti e questa volta il giudice riconquistò la piazza d’onore. Ma il suo ruolo nella avventure interne resta modesto, affidato a scenette come questa.





Il Giudice Bean è una figura ricorrente nei fumetti Una delle incarnazioni più celebre è quella dell’episodio di Lucky Luke intitolato “Il giudice”.



C’è anche un giudice Bean nel fumetto tascabile erotico.


Ma il miglior Bean è quello disilluso, amaro e violento di questo episodio della serie Jackaroe, produzione argentina apparsa da noi nei primi anni Duemila.


4 commenti:

  1. Nella realtà nel vecchio West é esistito un giudice di nome Roy Bean, proprietario anche di un saloon a San Antonio , il cui motto era “Prima impiccateli, poi faremo il processo!”
    Robcam

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    1. Almeno questa era la fama, in realtà in carriera condannò a morte solo 4 persone.

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